Psicomotricità

Il materiale necessario per svolgere un progetto di educazione psicomotoria si differenzia in base al tipo di espressività che va a sviluppare.

L’educazione psicomotoria

L’educazione psicomotoria è una pratica educativa rivolta ai bambini, che considera l’esperienza corporea come elemento fondamentale dello sviluppo dell’identità della persona e come espressione della vita emozionale e dell’evoluzione dei processi cognitivi.

Nell’educazione psicomotoria si focalizza l’attenzione sull’azione e sul corpo. L’azione viene interpretata come un movimento carico di significati anche a livello affettivo, emozionale e relazionale.

Si può dunque dire che la pratica psicomotoria, lavorando sul corpo e sull’azione del bambino agisce non solo sull’attività motoria, ma anche sulla sfera emotiva, relazionale e cognitiva.

Il principale obiettivo di un percorso di educazione psicomotoria è l'armonico sviluppo della personalità del bambino.

Oltre a questo, nei singoli incontri l'attività psicomotoria favorisce:

  • la conoscenza e una padronanza del proprio corpo;
  • l'organizzazione dello schema corporeo in relazione al tempo e allo spazio;
  • lo sviluppo della capacità di esprimersi e di comunicare.

Un altro obiettivo di un percorso di psicomotricità è l’accrescimento della capacità di attenzione dei bambini, capacità spesso carente e causa di insuccessi scolastici.

Secondo la tecnica di Bernard Aucouturier, psicomotricista con ruolo rilevante per la pratica psicomotoria italiana, gli obiettivi dell’educazione psicomotoria si possono sintetizzare in tre punti:

  • favorire lo sviluppo della funzione simbolica attraverso il piacere di agire, creare e giocare;
  • incoraggiare il passaggio ai diversi livelli di simbolizzazione che permettano ai bambini di vivere il passaggio “dal piacere di agire al piacere di pensare l’agire”;
  • favorire lo sviluppo dei processi di rassicurazione delle paure, tramite il piacere presente in tutte le attività psicomotorie.

In questo modo si favorisce nei bambini la maturazione globale della personalità e lo sviluppo di un'identità solida.

Il gioco e il corpo nella pratica psicomotoria

La pratica psicomotoria è una pratica educativa al cui centro vi è l’attività ludica, il gioco: attività in cui il bambino esprime la sua globalità e fattore primario per lo sviluppo del benessere della persona.

Nell'educazione psicomotoria il gioco non è un semplice strumento per raggiungere gli obiettivi prefissati, ma esso è un obiettivo in sé. E’ nel gioco, infatti, che il bambino si esprime pienamente attraverso il movimento: giocando vive la tonicità del proprio corpo, si apre alla narrazione, inventa e diviene creativo.

Il gioco non è solo l’attività privilegiata dai bambini o il ponte di comunicazione primario con il loro mondo, è al tempo stesso la modalità più umana di essere nel mondo e di vivere a pieno la vita, mantenendo la giusta distanza tra sé, gli altri e gli oggetti.

Ciò che distingue il gioco quotidiano del bambino dal gioco svolto all’interno della seduta psicomotoria è la specifica progettualità di quest'ultimo, progettualità che indirizza e accoglie l’azione spontanea all’interno di un percorso intenzionalmente pensato.

All’interno della pratica psicomotoria il gioco non è solamente un obiettivo, è anche un mezzo che permette ai bambini di fare esperienze attraverso l’uso del corpo e, quindi, di apprendere attivamente e spontaneamente. In questo modo si facilita lo sviluppo di identità strutturate su basi solide.

Il corpo del bambino nella psicomotricità non viene considerato solo dal punto di vista motorio, ma anche, e soprattutto, come mezzo di comunicazione privilegiato col quale la persona esprime il proprio stato d’animo, le proprie emozioni e le proprie sofferenze.

Il corpo è, infatti, il principale mezzo attraverso il quale il bambino vive i propri sentimenti e le proprie emozioni, si relaziona con l’altro e apprende nuove competenze vivendole attivamente.

Dato che in ogni atto e comportamento della persona è coinvolta tutta la sua personalità, si può sostenere che attraverso un lavoro sul corpo e sull’attività motoria si agisce anche su altri livelli più profondi, quali i livelli affettivo, cognitivo e relazionale.

Il materiale psicomotorio

Il materiale psicomotorio stimola diverse aree del bambino e viene proposto al gruppo all’interno delle differenti fasi della seduta. Gli oggetti utilizzati variano a seconda dell’età e del gruppo di bambini partecipanti all'incontro: alcuni oggetti, infatti, inducono all’azione e al movimento, creando un immediato benessere nel bambino; mentre altri possono scoraggiare il movimento producendo, così, inibizione motoria.

Il materiale necessario per svolgere un progetto di educazione psicomotoria si differenzia in base al tipo di espressività che va a sviluppare. Esso si può così suddividere in due tipologie: materiale per l’espressività motoria e materiale per l’espressività grafica e per le costruzioni.

Il materiale per l’espressività motoria è costituito da attrezzi fissi, da materiale morbido e da materiale rigido.

Alcuni esempi di attrezzi fissi sono le spalliere, un grande specchio a parete e dei cavalletti per sostenere assi di legno per la costruzione di strutture sulle quali arrampicarsi, scivolare o saltare.

Il materiale morbido è costituito da cuscini di gommapiuma ricoperti da tessuti di diverso colore e di diverse dimensioni (usato per rotolare, dondolare o costruire case, pareti, castelli…), tessuti colorati di varie grandezze (da usare come coperte, tetti di case…), animali di peluche di piccole dimensioni, bambole di cenci, corde di cotone, tubi di plastica e palle di gomma piuma.

Il materiale rigido è composto ad esempio da cerchi, bastoni, bacinelle di varie dimensioni, secchi di plastica e tamburi.

Il materiale per l'espressività grafica e per le costruzioni è costituito da fogli di diverse dimensioni, pennarelli o pastelli e mattonelle di legno o classiche costruzioni.

L'incontro di educazione psicomotoria

Il singolo incontro di educazione psicomotoria si caratterizza dalla successione di varie fasi. La prima di esse è il rituale iniziale, nel quale tutti i bambini si siedono su alcune panche o su delle sedie poste a formare un cerchio. In questo rituale, nel quale avviene l’accoglienza dei bambini, si dà la possibilità ad ognuno di essere ascoltato e di ascoltare gli altri. E’ il luogo dell’attesa e dell’immobilità; in esso, infatti, non vi è attività di gioco, ma è il momento nel quale i bambini possono prepararsi all’emozione dell’attività ludica che avverrà successivamente.

Dopo il rituale iniziale, il conduttore può dare il via ai giochi esplicitando chiaramente l’inizio di essi ai bambini e ponendo, quindi, fine al desiderio di giocare. Inizia così la fase di espressività motoria.

Si dà vita in questo modo al piacere sensomotorio, il piacere dell’unità di sé all’interno di un contenitore cinestetico e sensoriale. Nel gioco sensomotorio il bambino ha l’illusione di compiere imprese favolose, sensazione che si accresce maggiormente se lo psicomotricista le riconosce esprimendo senso di ammirazione.

Il piacere sensomotorio, che sollecita le percezioni tattili e visive del bambino e la stimolazione dei muscoli deputati all’equilibrio, è sempre vissuto come un eccesso che permette al bambino di sperimentare il piacere di sentirsi unico all’interno di un ambiente che gli fornisce sicurezza. La ripetizione di queste esperienze, che provocano nel bambino sensazioni di eccesso, sono necessarie per fargli superare le esitazioni, le resistenze tonico-emozionali e le angosce.

Questo momento permette così ai bambini di muoversi con la totalità del loro corpo, investendolo affettivamente e stimolandolo a livello percettivo. Questa è un’attività fortemente limitata nei bambini di oggi, i quali sono spesso contenuti nei movimenti e hanno poche possibilità di giocare col proprio corpo, utilizzando ogni sua parete.

Ai bambini nella seduta psicomotoria viene data la possibilità di esprimersi col corpo; possibilità però non lasciata fine a sé stessa, ma successivamente viene rielaborata, in modo che il bambino possa acquisire competenze adattive ed aumentare la conoscenza di sé stesso e del proprio corpo. Dopo un certo numero di sedute psicomotorie viene inserito lo spazio per il gioco simbolico, il “gioco del fare finta di”. In questo gioco i bambini possono identificarsi in vari personaggi, quali ad esempio la mamma, il papà, l’autista, la maestra, personaggi onnipotenti, aggressori o vittime. Il gioco simbolico rinvia ai temi dell’avere - non avere, dell’essere presi o sfuggire, dell’essere visti o di nascondersi. Questi giochi, quindi, oltre a permettere al bambino di esprimersi senza la preoccupazione di essere giudicato, danno la possibilità di trasformare la realtà in base alle proprie paure e ai propri piaceri.

In seguito a questa fase dedicata al movimento i bambini vengono invitati ad un momento di immobilità, mentre gli viene raccontata una storia o mentre viene riprodotta una musica rilassante. Questa fase è molto importante per l’allontanamento dal vigore delle emozioni date dall’intensa attività motoria. Il rilassamento che ne risulta facilita l’accesso alle rappresentazioni mentali che, coinvolgendo meno la corporeità, agevolano il passaggio alla fase dell’espressività plastica e grafica.

La fase dell’espressività plastica e grafica permette di accedere ad un altro livello di simbolizzazione e di decentramento.